La BCE a fine novembre 2021 ha dichiarato che, a partire da marzo 2022, i tassi potrebbero subire un lieve aumento. Le banche hanno dichiarato che nel 2021 è stato registrato un aumento di sottoscrizioni di nuovi mutui con un +60% nel terzo trimestre.
Nonostante non vi siano stati degli aumenti così sostanziosi, in quest’ultimi sei mesi si è visto che i mutui a tasso fisso sono aumentati del 10-15% arrivando a circa 1,20%, mentre i tassi variabili si sono mantenuti stabili allo 0,76%.
Quando si sceglie di stipulare un mutuo a tasso fisso, il tasso viene stabilito al momento della sottoscrizione del contratto di mutuo con la banca e quindi la rata che si andrà a pagare sarà sempre uguale per tutta la durata del mutuo. Il mutuo a tasso variabile invece subirà delle oscillazioni date dalla variazione dell’Euribor più uno spread applicato dalla banca.
Sottoscrivere un mutuo a tasso fisso offre più certezze in quanto la rata è sempre la stessa e permette al nucleo familiare di programmare eventuali spese da sostenere sapendo che la rata non cambierà, mentre il tasso variabile crea più incertezze, quindi occorre fare più attenzione.
È vero che il tasso fisso è molto più alto del tasso variabile (1,20% vs 0,76%) ma, a differenza del tasso variabile, non subisce l’andamento dell’Euribor e quindi non crea una certa incertezza.
Infine, quando si sceglie di stipulare un mutuo occorre fare attenzione ai costi accessori, come i costi di accensione, di gestione ed i costi di perizia, che variano da banca a banca.
In questo momento è ancora consigliabile l’opzione del tasso fisso. Detto ciò, la scelta della tipologia del tasso di mutuo è sempre comunque personale ed è fondamentale fare bene i conti con il bilancio del proprio nucleo familiare, tenendo conto della durata del mutuo e del rapporto rata / reddito in caso di repentino aumento dei tassi, soprattutto quando si sceglie un mutuo a tasso variabile.
Davide Draghetti